Solfato di stronzio
Solfato di stronzio | |
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Nome IUPAC | |
Solfato di stronzio | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | SrSO4 |
Aspetto | cristalli bianchi ortorombici |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 231-850-2 |
PubChem | 3084026 e 139207728 |
SMILES | [O-]S(=O)(=O)[O-].[Sr+2] |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/l, in c.s.) | 3960 |
Indice di rifrazione | 1.622[1] |
Solubilità in acqua | 0.0135 g/100 mL (25 °C) 0.014 g/100 mL (30 °C) |
Temperatura di fusione | 1606 °C |
Proprietà termochimiche | |
S0m(J·K−1mol−1) | 117.0 J·mol−1·K−1 |
Indicazioni di sicurezza | |
Punto di fiamma | non infiammabile |
Il solfato di stronzio (SrSO4) è il sale solfato dello stronzio. È una polvere cristallina bianca e si presenta in natura come il minerale celestina. È poco solubile in acqua, nella misura di 1 parte su 8800. È più solubile in acido cloridrico (HCl) diluito e acido nitrico, e sensibilmente solubile in soluzioni alcaline di cloruro (come per esempio il cloruro di sodio).
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Il solfato di stronzio è un materiale polimerico, isostrutturale al solfato di bario. Il solfato di stronzio cristallizzato è utilizzato da un piccolo gruppo di protozoi radiolari, chiamati Acantharea, come costituente principale del loro scheletro.
Applicazioni e chimica
[modifica | modifica wikitesto]Il solfato di stronzio è interessante come precursore naturale di altri composti dello stronzio, di maggior utilità. Nell'industria viene convertito in carbonato di stronzio da utilizzare come precursore ceramico e nitrato per uso pirotecnico[2].
La bassa solubilità in acqua del solfato di stronzio può portare alla formazione di incrostazioni nei processi in cui questi ioni si incontrano. Ad esempio, può formarsi sulle superfici delle apparecchiature nei pozzi petroliferi sotterranei a seconda delle condizioni delle acque sotterranee[3][4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Pradyot Patnaik, Handbook of Inorganic Chemical Compounds, McGraw-Hill, 2003, pp. 560–576, ISBN 0-07-049439-8. URL consultato il 6 giugno 2009.
- ^ (EN) J. Paul MacMillan, Jai Won Park, Rolf Gerstenberg, Heinz Wagner, Karl Köhler e Peter Wallbrecht, Strontium and Strontium Compounds, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Weinheim, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a25_321..
- ^ (EN) Donald F. Jacques e Brent I. Bourland, A Study of Solubility of Strontium Sulfate, in OnePetro - Society of Petroleum Engineers Journal, 23 (02), 1º aprile 1983, pp. 292-300, DOI:10.2118/9625-PA. URL consultato il 29 settembre 2021.
- ^ (EN) Prediction of Strontium Sulfate Scale Formation in Oilfield Environment, in ASTM, vol. 4, n. 6, giugno 2007, DOI:10.1520/JAI100958. URL consultato il 29 settembre 2021.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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